Onorevoli Colleghe e Colleghi! - Il Manifesto IFLA/UNESCO sulle biblioteche scolastiche «La biblioteca scolastica nelle attività di insegnamento e apprendimento per tutti» (IFLA/UNESCO school library manifesto. «The school library in teaching and learning for all»), pubblicato in traduzione italiana nel 1999 (rivista poi nel 2003) a cura dell'Associazione italiana biblioteche (AIB), costituisce il riferimento principale della presente proposta di legge, la cui finalità è essenzialmente la realizzazione di una biblioteca in ogni istituzione scolastica, cercando di adattare lo spirito del suddetto Manifesto al contesto italiano, anche in vista del raggiungimento degli obiettivi relativi all'istruzione previsti nella Strategia di Lisbona, adottata dall'Unione europea. Il Manifesto si conclude infatti con l'invito ai governi affinché, mediante i Ministri dell'istruzione, sviluppino strategie, politiche e piani che ne attuino i princìpi, perché «la biblioteca scolastica è essenziale in ogni strategia a lungo termine per l'alfabetizzazione, l'educazione, la fornitura di informazione e lo sviluppo economico, sociale e culturale. Essa deve essere sostenuta, in base alle responsabilità delle autorità locali, regionali e nazionali, da una specifica legislazione e da politiche adeguate. Deve disporre di convenienti finanziamenti per il

 

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personale qualificato, per i materiali, le tecnologie e le attrezzature e i suoi servizi devono essere gratuiti».
      Per la situazione italiana si tratta di una sfida di notevole entità: è noto infatti che, rispetto ad altri Paesi, in Italia anche la rete dei servizi di biblioteche pubbliche è ancora carente, ed estremamente differenziata a livello territoriale. Per quanto riguarda le biblioteche scolastiche, nonostante i tentativi finora effettuati di affrontare il problema, la legislazione è carente: non esiste una definizione di biblioteca scolastica, né è istituita la figura professionale del bibliotecario documentalista scolastico, né sono assicurati i necessari finanziamenti, come avviene invece nella maggior parte dei Paesi europei, limitandosi piuttosto a interventi che in realtà non garantiscono la continuità del servizio.
      Di fatto la legislazione è ancora ferma al regio decreto 30 aprile 1924, n. 965, con il quale si distingueva la biblioteca degli insegnanti da quella degli alunni e si incaricava un professore di curare il prestito dei libri. Alcune leggi e circolari del Ministero della pubblica istruzione sono intervenute negli ultimi decenni ma non sono riuscite a incidere in modo significativo e strutturale sulla situazione (decreto-legge n. 323 del 1988, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 426 del 1988, circolari ministeriali n. 228 del 5 ottobre 1999, n. 229 del 16 ottobre 2000, n. 80 del 20 marzo 2000); lo stesso dicasi per il «Progetto Biblioteche» avviato nel settembre 2004 per l'intero territorio nazionale. È ovvio che alla base di tutte le carenze c'è la mancata definizione del ruolo professionale del bibliotecario documentalista scolastico. Durante la IX legislatura era stata discussa, senza peraltro arrivare ad un'approvazione, la proposta di legge Bosi Maramotti e altri, recante «Organizzazione delle biblioteche scolastiche nella scuola dell'obbligo e negli istituti di istruzione secondaria» (atto Camera n. 555). Oggi dunque il quadro generale a livello normativo è insufficiente, antiquato e contraddittorio.
      Al contrario sul territorio europeo esempi significativi di definizione della figura professionale del bibliotecario scolastico, il cui ruolo è riconosciuto per legge, ci vengono offerti dalla Francia (professeur documentaliste, con una laurea specialistica presso gli Instituts universitaires de formation des maîtres), dalla Danimarca (una formazione presso l'Istituto superiore di studi pedagogici), dalla Croazia e dalla Slovenia.
      In Italia sono molti i bibliotecari scolastici formati, per iniziativa del Ministero della pubblica istruzione (oltre alle circolari citate, si veda la circolare n. 131 del 2001): il progetto «Biblioteche nelle scuole» ha previsto l'inclusione di 117 reti di biblioteche scolastiche nel Servizio bibliotecario nazionale, e ha visto impegnati circa tremila docenti, ma il futuro del servizio, nelle varie scuole che ne hanno potuto usufruire, resta incerto. Ci sono al momento bibliotecari scolastici che provengono dalle esperienze di alcune province, quali ad esempio quella di Roma o la provincia autonoma di Bolzano (dotatasi di un'apposita legge, la n. 17 del 7 agosto 1990), altri sono docenti collocati fuori ruolo per motivi di salute, altri ancora sono diventati bibliotecari scolastici, in quanto docenti soprannumerari, per un periodo limitato di tempo, ai sensi del decreto-legge n. 323 del 1988, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 426 del 1988. Un gruppo consistente è poi quello dei docenti che, oltre al normale orario, sono responsabili della gestione della biblioteca scolastica. Si tratta insomma di un panorama assai variegato, sintomo dell'insufficienza dell'attuale sistema.
      In conformità con le prime parole del citato Manifesto, si è dunque convinti che la «biblioteca scolastica fornisce informazioni e idee fondamentali alla piena realizzazione di ciascun individuo nell'attuale società dell'informazione e conoscenza. La biblioteca scolastica offre agli studenti la possibilità di acquisire le abilità necessarie per l'apprendimento lungo l'arco della vita, di sviluppare l'immaginazione, e li fa diventare cittadini responsabili».
      La consuetudine con la letteratura (piacere della lettura) e la padronanza degli strumenti necessari a imparare ad imparare (information literacy; information
 

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problem solving
) fin dai primi gradi scolastici, la capacità autonoma di trovare e utilizzare le fonti della conoscenza con consapevolezza critica sono i requisiti necessari affinché ciascun cittadino possa vivere in modo pieno e responsabile nella società della conoscenza e nella società in generale. In questo senso la biblioteca scolastica è parte integrante del processo educativo e caratterizza la scuola di qualità, è cioè parte fondante di un'istituzione scolastica e deve avere norme certe di riferimento su tutto il territorio nazionale, non essere il frutto volontaristico dell'impegno di qualche docente.
      Come è noto, gli studenti italiani quindicenni sono in fondo alla graduatoria nella capacità di «leggere» (comprensione, recupero dell'informazione, riflessione e interpretazione) secondo le ricerche PISA (Programme for International Student Assessment) del 2000, 2003 e 2006, promosse a livello internazionale dall'OCSE-Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, mentre le ricerche IEA-PIRLS (International Association for the Evaluation of Educational Achievement - Progress in International Reading Literacy Study) del 2001 (l'elaborazione dei dati di quella del 2006 è ancora in corso) sulle abilità di lettura dei bambini di 9-10 anni, mettono in evidenza una buona abilità nel leggere nei nostri scolari di quarta elementare, che andrebbe dunque mantenuta e potenziata. Una diffusione capillare delle biblioteche scolastiche può contribuire ad affrontare i livelli insufficienti riscontrati nelle suddette analisi.
      Infatti, riprendendo ancora le parole del manifesto: «La biblioteca scolastica fornisce servizi, libri e risorse per l'apprendimento che consentono a tutti i membri della comunità scolastica di acquisire capacità di pensiero critico e di uso efficace dell'informazione in qualsiasi forma e mezzo (...). È dimostrato che, quando bibliotecari e insegnanti lavorano insieme, gli studenti raggiungono livelli più alti di alfabetismo, nella lettura, nell'apprendimento, nella capacità di risolvere problemi e nelle abilità relative alle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. I servizi della biblioteca scolastica devono essere forniti equamente a tutti i membri della comunità scolastica, senza distinzioni di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua, condizione professionale o sociale. Servizi e materiali speciali devono essere forniti a coloro che non sono in grado di utilizzare i principali servizi e materiali della biblioteca. L'accesso ai servizi e alle collezioni deve fondarsi sulla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo delle Nazioni Unite e non deve essere soggetto ad alcuna forma di censura ideologica, politica, religiosa o a pressioni commerciali».
      Ma quali sono le caratteristiche della biblioteca scolastica, e quindi le conseguenti competenze del bibliotecario scolastico nell'era di internet? Si è convinti, anche in base a studi prodotti dallo stesso Ministero della pubblica istruzione e dalla Commissione biblioteche scolastiche dell'AIB, che la biblioteca scolastica non debba essere una copia in formato minore della biblioteca pubblica, né un elemento accessorio alla vita della scuola, ma piuttosto uno strumento funzionale al processo di apprendimento/insegnamento in una situazione molto diversa rispetto al passato, in cui occorre superare il monopolio del manuale scolastico, e tenere conto della presenza e delle potenzialità dei nuovi media, accanto al libro. In questo senso essa è vista come un laboratorio di apprendimento, che abitui alla consuetudine con le fonti, al rapporto tra studio e risoluzione di problemi, alla sperimentazione di opportunità informative diversificate e di nuove metodologie. Infatti, come sostenuto dalla Commissione biblioteche scolastiche dell'AIB: «L'ambiente che si viene a creare nella biblioteca scolastica è quello della comunità di lettori e di "apprendenti": gli allievi cooperano nella discussione su/di opere della letteratura per l'infanzia e collaborano nell'affinare strategie per la soluzione del problema informativo (definizione e scelta degli argomenti da analizzare, strategie di ricerca da adottare, localizzazione-scelta-accesso alle fonti, uso delle informazioni, valutazione e autovalutazione riguardo al
 

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lavoro svolto). Dette attività favoriscono non solo la conquista di abilità (estetico-letterarie, ermeneutiche, cognitive e metacognitive), ma consentono anche a ciascun componente dei gruppi di lavoro di esercitare la propria collaborazione in dimensione affettivo-emozionale e relazionale, nel rapporto tra pari, col docente bibliotecario e con i docenti di disciplina».
      È evidente dunque che, per tutte queste ragioni, la biblioteca scolastica deve essere presente in tutti i livelli scolastici, a partire dalla scuola d'infanzia, e che la figura del bibliotecario scolastico è quella di un docente specializzato che collabora con gli insegnanti di tutte le discipline, fa parte del collegio docenti e cura che le attività della biblioteca scolastica si inseriscano nel curricolo.
      La presente proposta di legge, dopo aver illustrato finalità, attività e funzioni della biblioteca scolastica (articoli 1 e 2), delinea il ruolo del bibliotecario scolastico, la sua formazione e le forme di reclutamento (articoli 3, 4 e 5), prevedendo norme transitorie per chi attualmente opera a tempo pieno nelle biblioteche scolastiche.
      L'articolo 6 è relativo alle caratteristiche edilizie della biblioteca scolastica e alle competenze concernenti gli arredi.
      L'articolo 7 prevede un percorso di graduale attuazione della legge, nella consapevolezza dei vincoli finanziari da considerare.
      L'articolo 8 prevede la possibilità di consorziarsi da parte di più istituzioni scolastiche per condurre un servizio scolastico comune, mentre l'articolo 9 è relativo a forme di collaborazione con gli enti locali, nella convinzione che le relazioni tra scuola e territorio debbano essere intense, collaborative e reciprocamente arricchenti.
      Con l'articolo 10, nel rispetto dell'autonomia scolastica, si prevedono forme partecipate alla gestione della biblioteca.
      Il tema della formazione di dirigenti scolastici e di docenti di tutte le discipline all'utilizzo della biblioteca, come laboratorio di apprendimento e come strumento di autoaggiornamento professionale, è affrontato con l'articolo 11.
      All'articolo 12 sono previste le opportune disposizioni finanziarie.
 

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